Le
Confraternite possono considerarsi un'associazione spontanea di persone
che si uniscono sotto la guida di regole precise per condurre una vita
religiosa. Esse risalgono al Duecento, con compiti di assistenza a poveri
e pellegrini e di conservazione dell'ortodossia cristiana. Con il passare
del tempo, le Confraternite prediligono la componente liturgica diventando
centri di preghiera, di diffusione e manifestazione della fede cattolica.
La PROCESSIONE DEL VENERDI SANTO ne costituisce appunto uno dei vertici
più alti. Dagli Statuti della città di Savona, redatti all'inizio del
1400, si ha la certezza dell'esistenza, in Lavagnola, della Confraternita
di San Dalmazio, ancor oggi operante e vitale. Dalle fonti archivistiche
si sa che la sede primitiva era posta alle spalle dell'attuale; questa
costruzione, sul finire del 1500, risultava cadente ed oggi rimangono
soltanto dei ruderi. L'attuale sede, denominata ORATORIO, fu iniziata
il 29 maggio 1611 con la posa solenne della prima pietra e furono necessari
ben vent'anni per giungere alla copertura del tetto, cui seguirono altri
due anni per giungere all'apertura al culto avvenuta il 5 dicembre 1633.
La costruzione avanzò a rilento in quanto realizzata per opera della popolazione
che in quegli anni ascendeva a circa novecento anime, molte delle quali
sparse nel contado, anche a quattro ore di cammino dal centro di Lavagnola.
L'edificio, in seguito, subi mutazioni con l'aggiunta della sacrestia,
la costruzione della nicchia in cui ospitare il gruppo statuario del Santo
(1739), la sopraelevazione della volta, il rifacimento degli stucchi,
delle lesene, dei pavimenti e dell'altare verso la metà del 1800. Tali
lavori si conclusero nel 1867 con la realizzazione dell'antistante corti
le arricchito da un pregevole pavimento in ciottoli di vario colore provenienti
dalla spiaggia di Cogoleto (Genova). L'Oratorio fu poi riportato alle
origini nel 1990 quando fu sottoposto a un generale restauro. Questo edificio,
in periodi di calamità, fu utilizzato per alloggiarvi le truppe degli
invasori o addirittura come luogo di detenzione per i cosiddetti "patrioti"
del circondario, evento che si verificò sul finire del 1700. Lavagnola,
borgata periferica a nord di Savona, fu nel tempo una zona povera composta
in maggior parte da contadini, piccoli commercianti, lavandaie ed un numero
esiguo di "benestanti". La Confraternita, che annoverava tra i suoi iscritti
queste componenti sociali, aveva redditi modesti per cui il patrimonio
artistico che è stato tramandato riflette questa situazione.
Tra
le opere d'arte conservate nell'Oratorio si trovano un cartello processionale
raffigurante la "Flagellazione" (1486), una statua seicentesca di San
Dalmazio; un gruppo ligneo (prima metà del '700) di otto figure, fra cui
il Santo Patrono, attribuito ad Ignazio Ferrari della scuola del Maragliano.
Si possono notare due tele a "guazzo" raffiguranti rispettivamente "l'Annunziata"
e "San Gioacchino" dipinte allo scopo di adornare la piazza della borgata
il 10 maggio 1538, in occasione del transito a Lavagnola di Papa Paolo
III. Gli stalli in noce che rivestono tutta la navata ed un inginocchiatoio
risalenti al primo 1600 sono opere pregevoli per la loro semplicità. Due
tavole degli iscritti, con cimasa dipinta, anteriori al 1700 testimoniano
la presenza delle donne nella vita dell'associazione.
Un crocefisso processionale con decorazioni in argento, opera della scuola
di argenteria ligure e risalente al 1833, presenta una effigie del Cristo
realizzato nel 1949 dallo scultore savonese Pietro Birolo. All'interno
vi sono lapidi del 1611,1675 e 1725 riguardanti pii lasciti ed un' ardesia
scolpita raffigurante il Santo titolare tra due confratelli oranti. All'esterno,
nel cortile delimitato da un cancello in ferro artisticamente lavorato
risalente al 1867, si può notare la facciata decorata in affresco nell'ardesia
cinquecentesca contenente la figura di San Dalmazio tra due confratelli
con flagello. Le pareti laterali del cortile sono adorne di opere d'arte
contemporanea di ceramisti savonesi: La Madonna di Misericordia di Umberto
Ghersi (1974), San Dalmazio di Antonio Fiori(1985), Sant'Antonio da Padova
di Eliseo Salino(1981) e San Lorenzo attorniato da un conciapelle ed una
ricamatrice di Clara Drai(1990), l'Annunciazione con lavandaie e mugnai
di Delia Zucchi (1996), San Sebastiano con fabbri ferrai e muratori di
Annita Santoni (1998). La vita associativa del passato e quella presente
rivelano che si tratta di una Confraternita attiva,alquanto vivace ed
interessante. Sappiamo che nel '400, per gli iscritti, venivano cotti
carne e ceci per tre giorni in occasione della festa di Pentecoste; questi
cibi venivano consumati nell'Oratorio. L'uso di consumare pasti nell'Oratorio
era fortemente radicato, nonostante l'opposizione della Gerarchia ecclesiastica,
che, tramite il Vescovo Spinola, il 7 aprile 1595 interdisse l'ORATORIO.
I confratelli non trascuravano tuttavia la preghiera, le opere di carità
e si mortificavano con la flagellazione.
In
passato i confratelli provvedevano alla sepoltura degli iscritti e di
coloro che erano indigenti ed uscivano spesso processionalmente per recarsi
alle varie Cappelle della parrocchia per solennizzarne il Santo titolare;in
occasione di queste feste vi era sempre un lascito per la distribuzione
del pane o del vino ai confratelli. Il lascito più importante sempre tenuto
nella massima considerazione, fu istituito il 2 dicembre 1578 da Bianchetta
Lodi in Forte che volle una elargizione del pane il 5 dicembre di ogni
anno,giorno in cui si festeggia il Santo Patrono; questo lascito, costituito
da alcuni beni, viene a tutt'oggi eseguito fedelmente con la confezione
di oltre due quintali di pane.
La Confraternita nei secoli fu sempre parte integrante della popolazione
essendo vicino alle necessità: l'ORATORIO è sempre stato la casa
degli iscritti e dei cittadini soprattutto nei momenti difficili e quando
i capi famiglia della borgata dovevano deliberare a benefici della comunità
civile. Oggi,dopo oltre sette secoli di vita, la Confraternita sta per
entrare nel terzo millennio con una attività legata alla liturgia, alla
preghiera ed alla carità. Quest'ultima viene attuata con la realizzazione
di un obiettivo precedentemente stabilito dagli iscritti. Il fatto di
essere radicata nell'ambiente porta questa aggregazione a ripercorrere,
in forma nuova, le strade tracciate dai suoi predecessori. ed oggi, per
mezzo dei suoi iscritti, è presente nei vari settori della società civile.
Nell'ambito della cultura, da anni viene svolta un'intensa attività nel
campo della musica con periodi concerti vocali, organistici, strumentali
fra cui merita un risalto l'annuale concorso internazionale di chitarra,
giunto alla terza edizione.In ultimo si può ricordare il calendario storico-religioso
che, dal 1979 contribuisce a documentare gli abitanti sulla storia e gli
usi del passato della zona. Per gli oltre 600 iscritti (è la Confraternita
più numerosa della diocesi) viene realizzato un giornalino a cadenza bimestrale
"l'Oratorio" in cui vengono riferite le attività.